Irrevocabilità della querela: perché no.

By September 26, 2013 Lavoro parlamentare

Stamattina  in commissione è stato respinto il nostro emendamento che chiedeva di eliminare l’irrevocabilità della querela rispetto ai reati di stalking. Si è approvato invece un emendamento di mediazione in cui si dice che una donna è libera di revocare la querela solo in sede di processo e mai se è stata fatta nei confronti del coniuge legalmente separato o divorziato o da persona a cui la parte lesa è stata legata. A nostro parere questa “soluzione” non ha senso, non ha senso cioè subordinare la revocabilità alla gravità del reato. La querela deve essere sempre revocabile.  Sappiamo bene che è aperta da sempre una discussione, anche all’interno del movimento delle donne, sul confine fra libertà individuale e responsabilità pubblica nei confronti della violazione dei diritti umani e del loro rispetto. Aldilà di questo avremmo voluto che si guardasse alla situazione concreta e all’efficacia della norma rispetto all’obiettivo, che è quello di far emergere la violenza. I centri anti-violenza ci dicono che l’irrevocabilità può essere un disincentivo forte per la denuncia, che già è un atto molto complicato per una donna che subisce violenza. L’Istat dice che attualmente soltanto il 10 % di reati di stalking viene denunciato. In più a questa scelta così netta non corrisponde un investimento in tutta quella rete di servizi e tutele che dovrebbe aiutare la donna che subisce violenze e denuncia, in primo luogo nella formazione delle forze di polizia e dei giudici, che in questa proposta prenderebbero il posto della volontà stessa della donna, lasciata comunque da sola.

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