Nota sui lavori parlamentari settimana dal 15 al 19 Giugno

By June 20, 2015 Lavoro parlamentare

Premessa

– E’ stato approvato l’emendamento alla riforma PA di cui sono prima firmataria per aumentare il sostegno alla maternità e paternità. L’obiettivo è quello che, già al momento della denuncia all’anagrafe, verrà fornita ai genitori la possibilità di accedere a tutte le informazioni su servizi e sostegni nazionali e regionali, strutturati secondo il loro specifico profilo. Uno strumento in più a sostegno di madri e padri per rendere i genitori meno soli e lo Stato e la pubblica amministrazione più efficienti. Ecco il testo dell’emendamento 

Emendamento riforma PA– Nella settimana la Camera ha dato il via libera ad un disegno di legge che riguarda il diritto delle persone a rintracciare le proprie origini biologiche, tema molto delicato su cui il Parlamento è stato chiamato in causa dalla sentenza del 2013 della Corte costituzionale, chiamata in causa a sua volta dopo anni di battaglie del “Comitato per il diritto alle origini biologiche”. Andando con ordine. L’attuale legislazione consente alle madri di partorire nell’anonimato bambini che da quel momento saranno adottabili: una possibilità che oggi riguarda circa 400 parti all’anno. Le ragioni della scelta dell’anonimato sono sempre legate a situazioni estreme, alla giovane età della madre, alle sue condizioni materiali, alla situazione di contesto. Le norme esistenti dunque tutelano la libertà della madre di decidere se portare a termine la gravidanza in quelle situazioni estreme con la garanzia che il parto avvenga in condizioni di segretezza e senza il riconoscimento dei figli. La sentenza della Corte costituzionale ha definito illegittima l ‘ irrevocabilità dell’ anonimato della madre indicando al legislatore di rivedere le norme esistenti in modo da equilibrare la volontà della madre dell’anonimato con quella dei figli adottati di conoscere le proprie origini biologiche. La discussione sull ‘argomento ha impegnato la Commissione Giustizia della Camera per molti mesi e ha attraversato tutti i gruppi parlamentari. Si sono misurate due impostazioni : quella di chi ha difeso l’irrevocabilità del patto  stabilito dalle donne con lo stato al momento del parto , anche al netto del rifiuto di far coincidere genitorialita’ con biologia -equazione foriera di molte conseguenze negative -e quella di chi ha difeso il diritto/bisogno dei figli di conoscere le proprie origini. Il disegno di legge votato dalla Camera risponde in modo equilibrato alle indicazioni della Corte e prevede che al compimento del 18 anno dei figli la madre naturale possa revocare o confermare la scelta dell’anonimato e che di questa possibilità si venga informati attraverso una campagna pubblica di informazione . Che la scelta della madre venga censita in un archivio a cui il giudice accedera’per rispondere alla eventuale domanda del figlio/a 18enne di conoscere le proprie origini . Nel caso di revoca dell’anonimato o di silenzio il giudice trasferirà,nelle modalità che dovrà stabilire un decreto attuativo in modo da garantire riservatezza, la richiesta del figlio alla madre che decidera’in via  definitiva se rispondere o no positivamente alla richiesta. In caso di conferma dell’anonimato ,custodita nell’archivio ,invece il giudice risponderà’ subito negativamente all'”interppello”. Sempre  invece bisognerà fornire i dati sanitari richiesti che possono essere decisivi per cura e salute dei figli. La discussione più difficile è’ avvenuta sulla possibilità dei figli di accedere alle informazioni post-mortem della madre : la legge approvata prevede che sia possibile. Avremmo invece potuto optare per un’altra soluzione. Quella cioè di considerare la riconferma della volontà di anonimato dopo 18 anni dal parto come scelta “testamentaria” e definitiva o comunque avremmo potuto immaginare nel momento della riconferma  di accertare esplicitamente la volontà della donna anche per il post- mortem. È evidente che il tema non si presta soltanto a considerazione giuridiche . Perche’ non solo la certezza dell’anonimato ha evitato aborti o abbandoni nei cassonetti . È’ altrettanto importante mantenere fermo che la genitorialita’ e’ una scelta e non solo un fatto biologico. Anche per questo il disegno di legge è equilibrato: anche se su temi come questi le soluzioni sono sempre  imperfette

Disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 51 del 2015: Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali (A.C. 3104-A)

Il provvedimento individua i settori agricoli in crisi e mette in campo un ventaglio di strumenti volti a sostenere i comparti lattiero-caseario, olivicolo e ittico e stanzia significative risorse per contrastare calamità ed emergenze fitosanitarie. Il pacchetto di misure assicura un sostegno produttivo e non assistenziale ad allevatori e agricoltori, messi a dura prova dal contesto generale di crisi e da specifiche emergenze di settore. Misure puntuali, mirate, che profilano un diverso modo di intendere l’agricoltura e che promuovono una nuova grammatica partecipata e un cambiamento nell’organizzazione delle filiere verso modelli più equilibrati, produttivi e solidali.  Doppio il piano di lavoro: da una parte, si mette in opera una coraggiosa azione di sburocratizzazione, di sfrondamento normativo, che contribuisce a rilanciare il settore di fronte alle sfide del mercato globalizzato; dall’altra, si avviano processi redistributivi, tesi a dare nuova linfa a comparti da molto tempo in sofferenza.

Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell’articolo 10-bis, comma 6, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 (Doc. LVII-bis, n. 3-A) 

La relazione al Parlamento da parte del Governo ha riguardato l’effetto sui conti pubblici dell’applicazione della sentenza n. 70 del 2015 della Corte costituzionale che ha indicato al legislatore di correggere il blocco della perequazione automatica prevista nella legge di stabilità 2011 del governo Monti per le pensioni superiori a 3 volte il minimo: il 30 per cento del totale dei pensionati.  L’applicazione della sentenza predisposta dal decreto 65, oggi all’esame della commissione lavoro e nella prossima settimana in aula, è avvenuta in modo parziale per una cifra pari a 2 miliardi di euro. Il costo dell’applicazione totale sarebbe stata pari a17,6 miliardi di euro al netto degli effetti fiscali per il 2015, comprendendo il 2015 e gli arretrati, e 4,4 miliardi di euro nel 2016 e poi negli anni seguenti con un effetti sui conti pubblici insostenibile . In questo caso gli effetti sulla finanza pubblica sarebbero stati molto pesanti e carichi di conseguenze nel rapporto con ‘UE : l’indebitamento netto tendenziale  sarebbe passato dal 2,5 per cento  al 3,6 per cento nel 2015, superando quindi nettamente il 3 per cento. La scelta del governo ha dunque tenuto insieme le esigenze della finanza pubblica e principi di adeguatezza, gradualità e proporzionalità enunciati dalla stessa Corte nelle motivazioni della sentenza nella quale indica come obiettivo irrinunciabile quello della tutela delle pensioni “modeste”‘.

Relazione, ai sensi dell’articolo 37 della legge 30 luglio 2002, n. 189, sulle azioni adottate per la gestione dei flussi migratori e sull’impiego di lavoratori immigrati in Italia, nel periodo ottobre 2013-aprile 2015, approvata dal Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione (Doc. XVI-bis, n. 3)

Negli ultimi quattro anni i principali Paesi di origine degli arrivi via mare in Italia sono sempre stati i Paesi colpiti da gravi crisi umanitarie. Dopo il naufragio del 19 aprile scorso, quando persero la vita circa 900 migranti, l’Europa ha sentito finalmente l’esigenza di rispondere ad un’emergenza non più ignorabile con una serie di misure di indirizzo rivolte a tutti gli Stati europei. Il 13 maggio la Commissione ha adottato l’Agenda europea sulla migrazione prevedendo un piano di intervento di breve e di lungo periodo. Nel breve periodo si prevede: 1)triplicare la capacità e i mezzi delle operazioni congiunte di Frontex, Triton e Poseidon nel 2015 nel 2016; 2)proporre per la prima volta l’attivazione del sistema di emergenza previsto dall’articolo 78 del testo unico per aiutare gli Stati membri interessati da un afflusso improvviso di migranti. A breve, la Commissione proporrà un meccanismo temporaneo di distribuzione delle persone con evidente bisogno di protezione internazionale. Entro la fine del 2015 seguirà una proposta di sistema permanente UE di ricollocazione in situazione emergenziale di afflusso massiccio; 3) proporre, entro fine giugno, un programma di reinsediamento UE per offrire ai rifugiati con evidente bisogno di protezione internazionale in Europa 20 mila posti distribuiti su tutti gli Stati membri grazie a un finanziamento supplementare di 50 milioni di euro per il 2015 e il 2016; 4) preparare un’eventuale operazione di politica di sicurezza e di difesa comune nel Mediterraneo, volta a smantellare le reti dei trafficanti e contrastare il traffico di migranti e nel rispetto del diritto internazionale.  

Mozioni Grillo ed altri n. 1-00767, Miotto ed altri n. 1-00899, Calabrò ed altri n. 1-00900, Nicchi ed altri n. 1-00904, Palese e Fucci n. 1-00905, Vargiu ed altri n. 1-00907 e Rondini ed altri n. 1-00908: Iniziative di competenza in merito al personale del Servizio sanitario nazionale, al fine di assicurare i livelli essenziali di assistenza

Il sistema sanitario pubblico Italiano è uno dei più efficienti d’Europa e questo si deve soprattutto agli operatori che con dedizione ci lavorano. Nella mozione si chiede di lavorare perché gli operatori vengano salvaguardati tramite ad esempio una revisione dei vincoli imposti per la gestione del personale del sistema sanitario, per favorire un giusto ricambio generazionale; perché solo attraverso un corretto percorso formativo e un corretto ricambio generazionale si possono dare prospettive e futuro alla qualità dei servizi. Si chiede di garantire le assunzioni a tempo indeterminato in strutture molto sensibili del sistema, a partire dai pronto soccorso, dai centri trapianti, dalle terapie intensive, insomma in tutti quei luoghi dove non è ammissibile che si possa far ricorso al precariato, perché il precariato, che è ovviamente una risorsa importante quando c’è da sostituire un titolare, non può essere la risposta definitiva. Si invita il Governo a far sì che ci sia una limitazione del blocco delturnover, proprio per limitare l’uso di forme di precariato e di esternalizzazione delle risposte ai bisogni, che produce ugualmente un costo che è molto simile e paragonabile al costo effettivo del personale titolare.

Mozioni Dambruoso, Fiano, Cicchitto, Gigli e Mazziotti Di Celso n. 1-00771 e Artini ed altri n. 1-00906 in materia di interventi per la prevenzione e il contrasto della minaccia terroristica di matrice jihadista 

Con questa mozione si invita il Governo a lavorare per prevenire e contrastare il fenomeno della radicalizzazione e della minaccia terroristica tramite le scuole. Oggi i foreign fighters, che sono più numerosi e si sono sviluppati più rapidamente degli anni passati, hanno un’età che sta fra i 16 e i 25 anni e spesso hanno un’islamizzazione molto approssimativa. Si nutrono della rete e spesso incrociano la loro militanza islamica con altri fenomeni di ribellismo, sono attratti da entrambi. Affondano di più le radici nell’Occidente. È un motivo in più per capire che oggi qualsiasi misura di contrasto più energica non funziona se non c’è anche un contrasto ideale, se insieme non si affermano i motivi e i valori della democrazia. 

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