Nota sui lavori parlamentari settimana dal 12 al 17 Ottobre

By October 16, 2015 Lavoro parlamentare

Premessa

– Nella settimana la discussione politica è stata catalizzata dall’approvazione a larga maggioranza della riforma costituzionale al Senato e dall’attesa della legge di stabilità. In questo contesto è passata in sordina una settimana molto densa di lavori alla Camera. Infatti in questi ultimi giorni la Camera ha approvato una mozione sulla sanità, una proposta di legge contro il negazionismo ed una per garantire la continuità affettiva dei bambini in affidamento e, in prima lettura, lo ius soli e lo ius culturae.

Le nuove norme sulla cittadinanza (di cui più avanti il dettaglio) segnano una pagina importante di civiltà che la Camera ha scritto, nonostante la resistenza volgare della Lega e di Fratelli d’Italia. Il M5S si è astenuto dicendo che la legge, così faticosamente conquistata dopo un anno di discussione in commissione, è «aggrovigliata»,«una scatola vuota che riguarda poche persone rispetto ai 5 milioni di migranti che vivono in Italia». In realtà i motivi sono soprattutto due.

Il primo è che Grillo come sa non è d’accordo. Sui temi dell’immigrazione insieme a Casaleggio ha stigmatizzato più volte i gruppi parlamentari (per esempio in occasione delI’abrogazione del reato di clandestinità). Il secondo motivo è legato alla natura di quel movimento: il M5stelle strutturalmente si alimenta delle accuse al sistema parlamentare e alla politica. Riconoscere la bontà di proposte altrui non è previsto perché altererebbe il racconto che propongono della realtà e della loro funzione: “fa tutto schifo e noi siamo gli angeli vendicatori”. Già nel passato in altre occasioni lo stesso schema si era ripetuto. Dal giudizio che non diedero sui tagli alle spese al bilancio della Camera alla proposta di legge sulla corruzione a cui i senatori del M5S avevano a lungo lavorato insieme al Pd: prima del voto chiesero un’opinione al web e il web disse di no.

– Giovedì il segretario dell’Onu Banki Moon ha parlato alla Camera davanti a tutte le istituzioni e in quell’occasione ha ringraziato l’italia per il grande ruolo umanitario che svolge nel mediterraneo. I banchi del movimento 5 stelle erano vuoti.

Mozioni Rondini ed altri n. 1-01008, Di Vita ed altri n. 1-01009, Dorina Bianchi ed altri n. 1-01010, Nicchi ed altri n. 1-01011, Palese n. 1-01012, Lenzi ed altri n. 1-01013 e Monchiero e Vargiu n. 1-01014: Iniziative per assicurare adeguate risorse al Servizio sanitario nazionale e per l’introduzione del sistema dei costi standard quale presupposto per l’effettività del diritto alla salute

Con la mozione approvata dall’aula si chiede al Governo, al fine di una completa e corretta funzionalità del sistema sanitario nazionale, di assumere iniziative per aumentare le risorse economiche del fondo sanitario per il 2016 già a partire dal prossimo disegno di legge di stabilità;
di garantire l’entrata in vigore in tempi rapidi e comunque entro la fine del 2015 dei nuovi livelli essenziali d’assistenza, nonché del nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausili;
di proseguire nell’attuazione del Patto della salute firmato tra le regioni e il Governo nel luglio 2014, anche sollecitando i tavoli di lavoro insediati a portare a termine i compiti assegnati;
a proseguire sulla strada dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie, favorendo il cambiamento culturale, l’aggiornamento dei professionisti, la collaborazione tra medici di famiglia e specialisti, rinviando, dopo un periodo di sperimentazione e di monitoraggio di due anni, la definizione delle misure sanzionatorie nei confronti dei medici che dovessero prescrivere prestazioni inappropriate;
di sbloccare il turn-over e il precariato sia nel settore medico che in quello infermieristico.

Proposte di legge: Nuove norme in materia di cittadinanza (A.C. 9-200-250-273-274-349-369-404-463-494-525-604-606-647-707-794-836-886-945-1204-1269-1443-2376-2495-2794-3264-A)

Quando si parla di cittadinanza bisogna pensare a quella comunità di stranieri, residente legalmente in Italia da tanto tempo, che nel nostro Paese ha deciso di lavorare, vivere, crescere una famiglia, integrandosi nella nostra società. E in particolare, la nuova legge sulla cittadinanza è rivolta ai figli di questi immigrati, nati e cresciuti in Italia, italiani a tutti gli effetti, tranne che formalmente. Oggi i modi per acquisire la cittadinanza in Italia sono cinque: lo ius sanguinis, lo ius soli, lo ius matrimonii, beneficio di legge e naturalizzazione. Tra essi quello di gran lunga principale, che relega la marginalità agli altri, è lo ius sanguinis. La legge approvata interviene su questo argomento, occupandosi della cittadinanza dei soli minori stranieri, integrando le modalità di acquisto della cittadinanza per ius soli, attualmente già previste, ma come ipotesi assai residuale, e introducendo l’ipotesi dell’acquisto della cittadinanza per ius culturae. Acquista la cittadinanza, secondo questa proposta di legge, per nascita chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno dell’Unione europea per soggiornanti di lungo periodo. Questo è il cosiddetto ius soli. Allo stesso tempo, si riconosce la cittadinanza al minore straniero che abbia frequentato regolarmente, ai sensi della normativa vigente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale, uno o più istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione. Approfondisci qui

Proposta di legge: S. 54 – Contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra (Approvata dal Senato) (A.C. 2874)

Il negazionismo si spinge fino a negare la realtà storica di alcune vicende, nonostante esse siano state accertate sulla base documenti, testimonianze e prove materiali del tutto evidenti e inoppugnabili. Il caso più clamoroso – e odioso – di questo atteggiamento riguarda i crimini commessi dal nazismo e la Shoah, lo sterminio di milioni di ebrei nel corso della seconda guerra mondiale. Uno sterminio che i “negazionisti” – tra i principali e più discussi ci sono il francese Robert Faurisson e l’inglese David Irving, mentre tra gli italiani si può citare Carlo Mattogno – sostengono non sia mai avvenuto, minimizzando la portata di quel che accadde o rifiutandolo del tutto: non è vero che Hitler abbia mai pianificato un’azione di questo tipo, non è vero che lager come quello di Auschwitz-Birkenau fossero adibiti all’eliminazione quotidiana di migliaia di ebrei – e di prigionieri politici, zingari, omosessuali – e non è vero che a questo scopo fossero in funzione camere a gas e forni crematori. L’Olocausto sarebbe dunque solo un “mito” costruito dagli Alleati e dall’Unione Sovietica per garantire i propri interessi geopolitici alla fine del conflitto, con il pieno sostegno del popolo ebraico desideroso di giustificare la creazione dello Stato di Israele. Si tratta di posizioni talmente infondate e aberranti che è impossibile farle rientrare nella categoria delle “correnti storiografiche”. Il negazionismo – nel caso della Shoah, perché poi esso è purtroppo applicabile a diversi genocidi e crimini contro l’umanità – è ben altro: è una forma di vero e proprio antisemitismo, è un tipo di propaganda ideologica basata sull’odio, è una grave lesione al diritto alla tutela della dignità della persona. Individuare le forme migliori per frenare e sconfiggere il diffondersi di queste teorie è dunque un compito delle istituzioni democratiche che, al tempo stesso, per loro stessa natura, hanno il dovere di salvaguardare il pieno diritto alla libertà di opinione. Proprio dalla ricerca dell’equilibrio tra questi fondamentali principi è arrivata la scelta di non inserire nel Codice penale una nuova e specifica fattispecie di reato e di procedere invece con la proposta di legge in questione. Approfondisci qui

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre 2015

Il premier Matteo Renzi ha relazionato in aula sulle posizioni dell’Italia in vista del Consiglio europeo del 15 e 16 Ottobre. Due gli argomenti principali all’ordine del giorno: l’immigrazione e la politica estera. Le posizioni italiane sulla questione migranti sono state fondamentali per un cambio di passo dell’intera Europa che, nonostante le enormi contraddizioni, è riuscita finalemtne a dare una risposta che vada nella direzione giusta, la direzione che l’italia, nonostante le forze populiste e xenofobe, ha intrapreso da anni: salvare vite umane e accogliere migranti che scappano da guerre e carestie in cerca di un futuro migliore. La responsabilità oggi non è più solo dell’Italia ma dell’Europa tutta che tramite gli hotspot e le quote di migranti ha fatto un primo passo nella direzione giusta, anche se la strada da fare è ancora tanta. Farsi carico del problema immigrazione vuol dire anche però puntare ad una politica estera Europea comune, che migliori le condizioni dei paesi del mondo ancora sottomessi da regimi totalitari, organizzazioni terroristiche guerra e assenza di diritti.

Proposta di legge: S. 1209 – Diritto alla continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiare (Approvata dal Senato) (A.C. 2957) ed abbinate (A.C. 350-910-2040-3019)

Il provvedimento interviene sulla legge n. 184 del 1983 per ridefinire il rapporto tra procedimento di adozione e istituto dell’affidamento familiare, allo scopo di garantire il diritto alla continuità affettiva con la famiglia affidataria del minore di cui sia dichiarata l’adottabilità. L’istituto dell’affidamento familiare è stato creato per dare al minore un ambiente il più possibile sereno durante una «situazione di difficoltà temporanea della famiglia d’origine». Per questa sua specifica finalità, l’istituto dell’affidamento è nettamente distinto, sul piano legislativo, da quello dell’adozione. Con l’affidamento infatti, la responsabilità genitoriale permane in capo alla famiglia d’origine – o nell’autorità che ha provveduto al provvisorio allontanamento del minore – e l’obiettivo cui si deve puntare è quello di farlo reintegrare nella sua famiglia: il bambino o la bambina devono tornare a casa. In questo caso, la famiglia o la persona che si rende disponibile ad accogliere il minore è ben consapevole di offrirgli una casa e un ambiente affettivo temporanei. Gli oltre 30 anni di applicazione della normativa hanno tuttavia evidenziato che l’affidamento, talvolta, perde nel corso del suo svolgimento il carattere di «soluzione provvisoria e temporanea» che il legislatore ha previsto. In un numero elevato di casi dunque, la situazione critica che aveva giustificato l’allontanamento dalla famiglia originaria non si risolve nei previsti tempi normativi e il minore viene dichiarato adottabile. Non di rado, in questa situazione, accade che un bambino o una bambina, che già hanno subito il trauma di una prima separazione (quella dalla famiglia d’origine), siano sottoposti ad un secondo doloroso distacco e trasferiti ad una terza famiglia perché coloro che se ne sono presi cura con grande affetto e dedizione (la famiglia affidataria) non possono, in base alla legislazione vigente, chiederne l’adozione. Si introduce nell’ordinamento un principio innovativo: il rapporto affettivo continuato e stabile nel tempo è un bene prezioso, che il legislatore non può non considerare all’interno della disciplina delle adozioni, dove il minore deve essere sempre più al centro dell’attenzione. Approfondisci qui

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