Nota sui lavori parlamentari settimana dal 20 al 24 Luglio

By July 25, 2015 Lavoro parlamentare

Premessa

Questa settimana la Camera ha approvato il decreto sulla giustizia fallimentare mentre la discussione politica è stata tutta incentrata sulla proposta di modifica della imposizione fiscale avanzata da Matteo Renzi a Milano all’assemblea nazionale del Partiti democratico. La proposta ha provocato diverse reazioni: le opposizioni si sono in particolare esercitate sulla credibilità della proposta in relazione alle coperture. Ma altre osservazioni anche all’interno del Pd hanno eccepito sulle priorità. Intanto vale la pena di sottolineare come la proposta:

– imponga l’agenda della discussione politica

– disegni una prospettiva

– sia coerente con gli atti di governo fin qui realizzati e sia per questo credibile.

Il governo ha fatto dal suo insediamento scelte impegnative per ridurre la pressione fiscale: dagli 80 euro al mese in più per le persone con redditi inferiori a 26000 euro alla riduzione dell’Irap. Esiste cioè un filo che unisce scelte già realizzate a programmi da realizzare: la ricerca di stimoli alla crescita completata dalla decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato.

Le nuove proposte continuano in quella direzione. Si può discutere e si dovrà discutere se il primo atto debba essere il completamento della eliminazione delle tasse sulla prima casa (già in parte operante) e in che modo o la riduzione di quelle del lavoro o la rimodulazione dell’Irpef o ancora gli 80 euro per pensionati e partite Iva. Ma omettere che nella proposta per realizzare tutte le misure si prevede di tagliare sprechi e non i servizi è un cattivo servizio all’informazione.

Così come un cattivo servizio è ignorare come anche quest’ultima proposta del governo incroci uno dei problemi grandi del sistema Italia: l’elevato livello della pressione fiscale a cui non corrisponde un alto livello degli standard dei servizi pubblici ma al contrario un alto livello di evasione fiscale, asimmetria che indichi in modo evidente l’esistenza certo di sprechi elevati e furbizie, se non di peggio.

Si è detto che la proposta rovescia i valori della sinistra: francamente a me non pare. Welfare di qualità finanziato da un fisco equo distingue sinistra e destra, l’una valorizza la responsabilità pubblica l’altra immagina solitudini e soluzioni individuali favoriti da meno tasse – meno stato. La proposta del premier parla di un’Italia più equa e moderna, resa più semplice da una nuova pubblica amministrazione, in cui una pressione fiscale nella media europea non strozzi la crescita e aiuti a redistribuire: parla cioè di responsabilità pubblica. Vorremmo aggiungere a quel progetto che guarda avanti che per crescere serve anche rinnovare i contratti e portare a termine le riforme: un patto con i cittadini quindi di cui le lavoratrici e i lavoratori siano protagonisti, nel pubblico e nel privato.

Conversione in legge del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell’amministrazione giudiziaria (A.C. 3201-A/R)

La Camera ha approvato in prima lettura la conversione in legge del DL 83/2015 per risolvere il problema della scarsa accessibilità al credito da parte delle aziende in crisi e dell’efficienza della giustizia; che contiene misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell’amministrazione giudiziaria. 

Gli strumenti attraverso i quali si è cercato di centrare gli obiettivi sono diversi: da un lato, si passa dalla modifica dell’ordinamento fallimentare all’introduzione di una norma sull’attività di impresa degli stabilimenti di interesse strategico nazionale nel caso in cui vi sia il sequestro sui beni dell’impresa titolare dello stabilimento; dall’altro, vi sono sia norme volte al trattenimento in servizio dei magistrati ordinari e contabili sia norme sui «precari della giustizia». Circa le misure di sostegno alle imprese in crisi, esse muovono da un principio comune: un’azienda con problemi rischia di trascinare con sé altre imprese (fornitori di beni e servizi e intermediari finanziari) continuando a contrarre obbligazioni che non potrà soddisfare: affrontare tempestivamente i casi di crisi aziendale consente di limitare le perdite del tessuto economico, sia nella dimensione strettamente imprenditoriale sia sul piano finanziario, o di risanare l’azienda, con benefici sul piano occupazione e più in generale tutelando il tessuto economico contiguo. Questo decreto è uno strumento che dà fiato alle imprese e intende liberarle dalla burocrazia, operando un primo intervento di bilanciamento di interessi tra due mondi spesso in conflitto: la giustizia e l’impresa. Viene migliorata la legge fallimentare, consentendo facilitazioni per l’accesso al credito da parte dell’impresa che abbia chiesto il concordato preventivo, sbloccando così i crediti incagliati e riattivando il flusso di risorse alle imprese. All’interno del provvedimento anche una norma sull’Ilva di Taranto che prevede che l’esercizio dell’attività di impresa degli stabilimenti di interesse strategico nazionale non sia impedito dal sequestro sui beni dell’impresa titolare dello stabilimento, quando la misura cautelare sia stata adottata in relazione ad ipotesi di reato inerenti la sicurezza dei lavoratori e debba garantirsi il necessario bilanciamento tra la continuità dell’attività produttiva, la salvaguardia dell’occupazione, la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro.

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