Nota sui lavori parlamentari Settimana dal 21 al 25 ottobre

By October 25, 2013 Lavoro parlamentare

Premessa

Continua la fibrillazione del Governo che si mostra in tutta la sua dimensione anche nelle Aule del Parlamento in concomitanza al passaggio in Aula di decreti particolarmente complicati come quello sulla Pubblica Amministrazione. Non c’è dunque la stabilità, indicata come “bene comune” e giustificazione primaria delle “larghe intese”, né – aggiungiamo noi – ci potrebbe essere.

In questi stessi giorni anche l’iniziativa di Monti mette in evidenza la scomposizione in corso nel centrodestra e complessivamente la fragilità di un quadro politico veramente inadeguato a tirare fuori il paese dalla crisi in cui è immerso.

Tutto ciò, così come il congresso del Pd, pesa nel lavoro parlamentare quotidiano che in questa settimana è proseguito con:

-Mozione sul rilancio della Chimica

-decreto P.Amministrazione

-Mozione sui combustibili

-Mozione sui lavoratori frontalieri

Mozione su “Iniziative per una politica industriale volta alla riqualificazione e alla reindustrializzazione dei poli chimici”

Sel presenterà la prossima settimana una propria Mozione sulle crisi industriali. Per questo abbiamo dato voto favorevole a tutte le mozioni presentate sul rilancio della Chimica senza presentarne una nostra. Siamo convinti che rilanciare il settore chimico sia fondamentale in primo luogo perché è un settore potenzialmente di forte innovazione in cui agiscono molte imprese e molti lavoratori; in secondo luogo perché è uno dei pochi settori che può resistere alla crisi, soprattutto grazie all’export delle piccole e medie imprese specializzate. Rilanciare un comparto industriale importante come la chimica, chiedendo al governo la riqualificazione e reindustrializzazione dei poli chimici, presuppone però l’investimento nella ricerca e nella formazione continua dei lavoratori (favorendo la collaborazione fra università e i laboratori degli enti di ricerca), nonché l’attenzione estrema all’impatto ambientale, bonificando le aree che da tempo attendono di essere risanate e puntando su una chimica verde e non inquinante. Michele Piras ha fatto rilevare la debolezza di alcune mozioni, in particolare quella Pd,s ul progetto di chimica verde di Porto Torres, che mette sotto ricatto occupazionale un territorio da parte delle multinazionali, spesso le prime a non pagare per i danni ambientali. La dichiarazione di voto è stata fatta da Luigi Laquaniti.

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 24 e 25 ottobre 2013

Il Presidente del consiglio Letta ha relazionato il 22 ottobre sulle prospettive del Governo in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 Novembre con un intervento che ha mantenuto le ambiguità e i limiti di prededenti informative soprattutto sulle prospettive dell’Europa sociale e l’atteggiamento dell’Italia sul patto di stabilità. E’ intervenuta in discussione generale Lara Ricciatti. La dichiarazione di voto è stata fatta da Claudio Fava.

Mozione su Iniziative in materia di utilizzo di alcune tipologie di combustibili solidi secondari nei forni dei cementifici

Abbiamo dato parere fortemente contrario alle mozioni presentate e ne abbiamo depositata una nostra. In particolare nella relazione del Governo in aula, sono presenti enormi passi indietro sulle politiche ambientali che ci allontanano ancora di più dalle politiche europee. Si dice infatti che i combustibili fossili secondari sono una fonte energetica alternativa, che fanno parte del mix energetico del nostro Paese e che possono essere utilizzati come combustibile all’interno dei cementifici. Invece tutte le normative europee dicono di come la combustione dei rifiuti sia soltanto l’ultimo atto per lo smaltimento dei rifiuti stessi, non certo per il fabbisogno energetico. Questo sia perché i dati scientifici confermano che le emissioni di diossina e metalli pesanti causano danni alla salute, sia perché bisognerebbe puntare sulla raccolta differenziata. E’ chiaro che questo Governo, come il precedente, procede in tutt’altra direzione. In discussione generale sono intervenuti Alessandro Zan e  Serena Pellegrino. La dichiarazione di voto è stata fatta da Filiberto Zaratti.

Mozione su Iniziative a favore dei lavoratori frontalieri 

E’ stata approvata una mozione che punta a tutelare i lavoratori frontalieri sia dal punto di vista contributivo che dei livelli occupazionali.  Secondo accordi bilaterali l’INPS ha istituito un fondo separato per la condizione particolare di questi lavoratori, che ad oggi è ancora in attivo. Con la nostra mozione chiedevamo di utilizzare le risorse a favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera, ampliando la platea che può fruire del trattamento di disoccupazione, aumentando gli importi di indennità o prevedendo l’aumento della durata massima del trattamento. La dichiarazione di voto è stata fatta da Florian Kronbichler.

Decreto P.Amministrazione 101/2013

Anche questo decreto, come ormai d’abitudine, è un provvedimento omnibus denominato: “Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni” ma che contiene alcuni articoli che si occupano prevalentemente di altro (rifiuti, Ilva di Taranto).

Il nostro giudizio sul decreto – che ha ispirato il nostro voto contrario – nasce dalla distanza tra i problemi di qualità della pubblica amministrazione e le buone intenzioni espresse nel decreto che non trovano traduzione concreta nei diversi articoli e commi. Non esiste riforma della pubblica Amministrazione che si possa realizzare senza investire sulla qualità del lavoro pubblico e quindi insieme ai lavoratori e non contro di essi. Al contrario dal 2008 la “cura Brunetta” si è ispirata alla convinzione che il lavoratore pubblico sia un fannullone da mettere in riga e sulla base di questa paradossale convinzione si sono succeduti scelte e tagli che hanno destrutturato nel tempo  contratti e organizzazione del lavoro senza in nulla modernizzare. La persecuzione ideologica nei confronti dei lavoratori pubblici peraltro va di pari passo con l’aggressione alla rete di protezione sociale e al Welfare italiano. Non è soltanto il lavoro è pubblico al fondo della gerarchia di valori, lo sono anche i servizi pubblici, il contenuto cioè di quel lavoro. Il blocco dei contratti, e quindi delle retribuzioni, da 5 anni e il blocco del turn-over hanno reso la pubblica amministrazione il luogo del lavoro precario, precario come precari sono i servizi sulle spalle di quei lavoratori e lavoratrici.

Il decreto 101/2013 non modifica questo impianto, né affronta le cause della precarizzazione del lavoro pubblico anche se contiene alcune scelte condivisibili: dalla salvaguardia degli “esonerati pubblici”(gli esodati pubblici) alla definizione di procedure concorsuali per stabilizzare una piccola parte delle persone oggi in servizio con contratti a termine in scadenza e per affrontare il problema dei vincitori di concorso e dell’esaurimento delle graduatorie, all’assunzione di 1000 vigili del fuoco. Ma le parziali “buone notizie” si scontrano con complicate procedure di attuazione, lasciano fuori dalla porta 100.000 persone con contratti in scadenza al 31 dicembre  e si misurano  con la certezza delle scelte della legge di stabilità che rinnova le cause della precarietà del lavoro pubblico: il blocco del turnover (quindi la non sostituzione delle le persone che escono perché hanno maturato la pensione) e i vincoli del patto di stabilità (che non consentono assunzioni se non entro certi limiti prestabiliti). In questi anni la pubblica amministrazione e i servizi pubblici ai cittadini , per le ragioni di cui prima, si è retta su contratti precari. Una situazione che  ha comportato la formazione di un esercito di giovani precari che ha fatto funzionare i pronto soccorsi, gli ospedali, le camere operatorie, gli enti di ricerca e le università, le scuole materne e gli asili nido, gli uffici immigrazione, i centri per l’impiego. Il decreto 101/2013  nomina il problema, rivendica la scelta di mettere fine alla precarietà nel comparto pubblico, ma non modifica in nulla ciò che ha creato questa situazione. Nel dettaglio il decreto definisce un percorso di stabilizzazione che (ad essere ottimisti) toccherà 10.000 persone che in questo momento sono assunte con contratto a tempo determinato e hanno tre anni di lavoro alle spalle negli ultimi 5. I contratti in scadenza il 31 dicembre 2013 sono 126.000; di questi 40.000 sono esclusi per definizione  dal provvedimento perché interinali e cocopro, mentre il decreto si occupa solo di contratti a tempo determinato. Degli altri circa 80.000 contratti a tempo determinato soltanto 50.000 hanno i requisiti richiesti e i posti vacanti sono più o meno 10.000. Abbiamo cercato, anche ricorrendo alla battaglia parlamentare ostruzionista

– di allargare la platea degli aventi diritto (l’indicazione della pubblicazione del bando quale termine per maturare i requisiti richiesti anziché l’emanazione del decreto, ottenendo un parziale risultato – e cioè che il termine sarà la data di pubblicazione della legge di conversione)

– di ottenere la proroga di 36 mesi dei contratti in scadenza al 31 dicembre per salvare il lavoro delle persone ma anche i servizi che si reggono su quel lavoro precario e che rischiano il collasso. Naturalmente sappiamo anche noi che la soluzione dei problemi non si realizza di proroga in proroga ma un tempo maggiore avrebbe consentito la ricerca di soluzioni strutturali in una condizione economica  migliore del paese e dei vincoli di bilancio.   Grida vendetta poi che mentre ragioni economiche vengono indicate come ostacolo alla stabilizzazione dei contrati di lavoro precari, nel decreto si risolvono i problemi ad personam di singoli dirigenti di singoli settori come nel caso Consob, alla fine svelato e sventato. Il governo ha solo approvato alcuni nostri ordini del giorno che vanno nel senso detto e per quanto ci riguarda continueremo in quella direzione.

E’ stata invece accolta – e ne siamo davvero  contenti – un’altra nostra richiesta che solleviamo da tempo e che sana una delle tante ingiustizie della legge Fornero secondo la quale a chi va in pensione entro il 2017 con meno di 62 anni vengono applicate penalizzazioni economiche se nel corso della vita lavorativa hanno avuto periodi coperti da  contributi figurativi, tranne che nel caso della maternità obbligatoria, della cassa integrazione ordinaria, della malattia e degli infortuni. Vuol dire che subiranno tagli permanenti alla pensione coloro che hanno alle spalle periodi di maternità facoltativa, congedi parentali, permessi ai sensi della legge 104, cassa integrazione straordinaria e in deroga, ecc…

La nostra battaglia parlamentare ha risolto il problema per le maternità facoltativa e i congedi: sono stati stanziati e aggiunti al decreto 30 milioni di euro con quella destinazione.

In discussione generale è intervenuto Florian Kronbichler, nel corso dell’“ostruzionismo” Titti Di Salvo, Nicola Fratoianni, Giancarlo Giordano, Gianni Melilla, Martina Nardi, Ileana Piazzoni, Erasmo Palazzotto, Giovanni Paglia, Nazzareno Pilozzi, Michele Piras, Arturo Scotto, Alessandro Zan, Filiberto Zaratti. La dichiarazione di voto finale è stata fatta da Nazzareno Pilozzi.

Question time

Il question time di  questa settimana è stato fatto da Luigi Laquaniti su “Iniziative di competenza per l’efficienza del servizio di trasporto ferroviario locale, con particolare riferimento al Veneto e alla Lombardia”

Commissione lavoro

E’ stato licenziato nella settimana il disegno di legge per la soluzione strutturale del problema esodati. La proposta ha riunificato in un unico testo le proposte presentate dai singoli partiti, comprese dunque le nostre. Solo il M5stelle ha scelto di non presentare una sua proposta e di non firmare il Testo unico sostenendo di non condividere  proposte di parziale superamento della legge Fornero.

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