Nota sui lavori parlamentari settimana dal 28 Marzo al 1 Aprile

By April 1, 2016 Lavoro parlamentare

Premessa

Nella settimana la Camera ha approvato: una relazione sulla contraffazione dell’olio di oliva, una legge sulla tracciabilità dei prodotti, e alcune mozioni sull’ISEE di cui più avanti i dettagli.

Uno dei temi che ha continuato a essere presente nella discussione politica – in virtù anche di dati recenti e settimanali elaborati ora dall’Istat ora dall’Inps e dall’invio da parte del istituto della previdenza della busta arancione – e che domani 2 aprile sarà al centro delle manifestazioni sindacali Cgil Cisl Uil è quello delle pensioni: se e come modificare le regole con cui dal 201,, anno della legge Monti/Fornero si può accedere alla pensione. Sull’argomento la sensibilità delle persone è molto accesa ed è quindi doveroso essere molto rigorosi: dire con chiarezza gli obiettivi e definire come e quando si intenda realizzarli.

1. In primo luogo. Alla domanda se la legge Fornero vada cambiata la mia risposta è si.

E alla risposta aggiungo che in parte ha già cominciato ad essere cambiata nella legge di stabilità:

– con la settima salvaguardia attraverso la quale 172000 circa lavoratori e lavoratrici esodati sono stati appunto salvaguardati con un impegno di spesa pari a 11 miliardi e mezzo;

– con l’eliminazione delle penalizzazioni che la legge Fornero prevedeva per la pensione anticipata di chi fosse appunto andato in pensione con meno di 62 anni fino al 2017, una penalizzazione che portava a una riduzione permanente della pensione fino a 200 euro;

– la sperimentazione del part – time negli ultimi 3 anni dalla pensione con accredito pieno dei contributi.

Le modifiche già realizzate partono da un presupposto chiaro, cioè contengono un giudizio politico: la legge Fornero, certo fatta in tutta fretta in un momento difficile, ha provocato ingiustizie che vanno sanate.

Così come va sanata un’altra iniqua eredità del 2010, in questo caso dovuta a un provvedimento del governo Berlusconi che trasformò in onerose, cioè a pagamento, le ricongiunzioni di contributi. La decisione venne presa per evitare che le lavoratrici del pubblico impiego, cui era stata innalzata prima che nel settore privato l’età per andare in pensione, ricongiungessero la loro posizione presso l’Inps, utilizzando quindi per andare in pensione le regole Inps in quel momento più favorevoli.

La legge di stabilità 2016 contiene poi altre norme sull’argomento previdenza: dall’aumento della no tax area per i pensionati alla possibilità prevista per le donne di andare in pensione con il ricalcolo contributivo dell’intera vita lavorativa in presenza di alcuni requisiti (opzione donna), alla cumulabilità del riscatto degli anni di laurea ai fini previdenziali con il riscatto dei periodi di congedo parentale.

2. In secondo luogo. L’allungamento dell’età pensionabile previsto dalla legge Fornero ha determinato più effetti negativi: sulle persone che già lavorano, sui giovani che devono iniziare a lavorare, sulle imprese che hanno bisogno di innovare.

Senza alcuna distinzione tra lavori diversi che determinano aspettative di vita differenti. E l’aspettativa di vita è uno dei fulcri su cui si fonda il sistema contributivo per il quale la somma dei contributi accumulati nella vita lavorativa moltiplicata per alcuni indici viene suddivisa per gli anni di vita successivi all’uscita dal lavoro in relazione all’aspettativa di vita media. Studi diversi, anche del Mef, indicano come in relazione al tipo di lavori (manuali e non) cambia l’aspettativa di vita, ma non le regole per accedere alla pensione!

3. Nella Commissione lavoro della Camera è completato il percorso di una proposta di legge del Pd che definisce la possibilità di andare in pensione a 62 anni con una penalizzazione dell’8 per cento e con 41 anni di contributi senza penalizzazioni;

4. Il ministro Poletti ha affermato nell’ultimo question time al Senato:

– che le 2 pesanti eredità, della legge Fornero e della norma Berlusconi sulle ricongiunzioni, vanno cambiate rendendo flessibile l’uscita dal sistema previdenziale e non onerose le ricongiunzioni;

– che vanno riconosciuti previdenzialmente i lavori di cura;

– che il governo sta lavorando a soluzioni da inserire nella prossima legge di stabilità.

Questi cambiamenti richiedono ingenti risorse. Che bisognerà trovare perché l’equilibrio del sistema sia sociale oltre che finanziario.

Ma proprio la delicatezza del tema richiede rigore nelle soluzioni e nelle parole: la fretta e la scelta di fare cassa sul sistema ha già prodotto i guai della legge del 2011.

Anche per questo, per trovare le soluzioni migliori è utile il confronto con le organizzazioni sindacali che domani porteranno pubblicamente le loro proposte.

Relazione sulla contraffazione nel settore dell’olio di oliva, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo (Doc. XXII-bis, n. 4)

L’Italia è il secondo produttore nel mondo di olio, ma con problemi crescenti di quantità: la produzione è passata in cinque anni da circa 550 mila tonnellate a 302 mila. E’ anche il Paese campione di biodiversità (42 DOP, un IGP), che è la certificazione di una ricchezza senza paragoni. Sono circa 900 mila le aziende del settore, con un volume d’affari complessivo pari a 3 miliardi di euro. È quindi su questo quadro che si inserisce la strategia del Governo per consolidare i punti di forza e superare quelli di debolezza. Dopo l’accordo di filiera sottoscritto in sede di Conferenza Stato-regioni, è stato varato il piano olivicolo nazionale. Alle conclusioni contenute nella risoluzione si è arrivati dopo un lungo lavoro di indagine e di ascolto in Commissione. La risoluzione indica alcune azioni puntuali contro la contraffazione come ad esempio l’istituzione di un registro ufficiale delle rese produttive e la possibilità conseguente di monitorare le giacenze e rendere obbligatoria la classificazione delle stesse e la loro registrazione. È necessario informatizzare ed interfacciare pienamente le banche dati nazionali e regionali, implementando il SIAN. Così come a corollario dei punti precedenti, c’è la piena tracciabilità del trasporto, del prodotto che viene dall’estero, ma anche del prodotto che lungo la filiera gira dentro il nostro Paese.

Proposte di legge: Disposizioni per l’introduzione di un sistema di tracciabilità dei prodotti finalizzato alla tutela del consumatore (A.C. 1454-2522-2868-3320-A)

La Camera dei deputati ha approvato in prima lettura un provvedimento sulla tracciabilità dei prodotti, al fine di promuovere il diritto dell’informazione del consumatore e tutelarne gli interessi e allo stesso tempo incentivare i produttori a dotarsi volontariamente delle tecnologie necessarie. La relatrice Caterina Bini (Pd) ha affermato che «il sistema di tracciabilità presenta tre peculiarità: consente a tutti i cittadini un’informazione puntuale, trasparente e dettagliata sui prodotti, evita contraffazioni e frodi e consente alle imprese di garantire la qualità dei prodotti e dei materiali attraverso un sistema in grado potenzialmente di promuoverne la diffusione sui mercati globali». Approfondisci qui Dossier Tracciabilità dei prodotti

Mozioni Di Vita ed altri n. 1-01196, Nicchi ed altri n. 1-01197, Sandra Savino ed altri n. 1-01198, Binetti ed altri n. 1-01199, Rizzetto ed altri n. 1-01200, Baldassarre ed altri n. 1-01201, Rondini ed altri n. 1-01202, Palese ed altri n. 1-01203 e Di Salvo, Monchiero ed altri n. 1-01204 concernenti iniziative in relazione alla revisione del sistema di calcolo dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE)

Il nuovo ISEE è un pezzo di una riforma di sistema: livelli essenziali di assistenza anche per le politiche sociali, aumento del Fondo nazionale sociale che era stato portato a zero, riportato a 400 milioni di euro, e un indicatore di situazione economica familiare che dia attuazione non solo all’articolo 3, ma anche all’articolo 38 della Costituzione, e che quindi sia punto di riferimento per superare un welfare dove i servizi che ricevi dipendono troppo spesso da quale lavoro fai, quale contratto di lavoro hai, in quale regione abiti, in quale comune abiti e finanche quali patologie, quale tipo di disabilità hai, essendo per ognuno di questi elementi pensata e costruita una risposta diversa. Per arrivare ad avere una risposta più omogenea e più uniforme questi tre aspetti, livelli essenziali, Fondo sociale e utilizzo di un unico indicatore di situazione economica equivalente, fanno parte di un omogeneo disegno di intervento. Il Consiglio di Stato con una recente sentenza afferma che le indennità a qualsiasi titolo date a una persona con disabilità sono di per se stesse di natura risarcitoria, ne consegue che non si può utilizzare lo strumento dell’indicatore di situazione economica o del reddito per determinare chi ha diritto a una prestazione. Questo rimette in discussione molti aspetti del nuovo Isee. Per questo è necessario pensare di modificare la norma, tramite leggi regionali e regolamenti comunali, per poter rapidamente rispondere a quanto è contenuto nella sentenza. La strada individuata per una risposta veloce è il ritorno al calcolo pre-ISEE del 159 del 2013, così come era contenuto nel decreto n. 109. Ritornare alla situazione precedente permette di dare ai comuni la possibilità di avere già i programmi adeguati dal punto di vista informatico e documentale e sapere quali sono le possibilità di entrata e di uscita, così le famiglie sono in grado di fare le loro previsioni. Ma questa è una risposta sull’urgenza e si chiede invece al Governo una risposta di sistema, dopo questo anno di sperimentazione e di monitoraggio, tramite l’organismo preposto che contiene al proprio interno la rappresentanza delle associazioni e degli enti locali; è necessario avviare un percorso di revisione del meccanismo dell’ISEE, raccogliendo le sollecitazioni che riguardano non solo il tema della disabilità, ma anche ad esempio quello delle borse di studio universitarie.

Ratifiche

Sono stati approvati i seguenti disegni di legge di ratifica:

Ratifica ed esecuzione dei seguenti accordi in materia ambientale: a) Emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Doha l’8 dicembre 2012; b) Accordo tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l’Islanda, dall’altra, per quanto concerne la partecipazione dell’Islanda all’adempimento congiunto degli impegni dell’Unione europea, dei suoi Stati membri e dell’Islanda per il secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Bruxelles il 1o aprile 2015; c) Protocollo relativo alla cooperazione in materia di prevenzione dell’inquinamento provocato dalle navi e, in caso di situazione critica, di lotta contro l’inquinamento del Mare Mediterraneo, fatto alla Valletta il 25 gennaio 2002; d) Decisione II/14 recante emendamento alla Convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, adottata a Sofia il 27 febbraio 2001; e) Decisione III/7 recante il secondo emendamento alla Convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, adottata a Cavtat il 1o-4 giugno 2004; f) Protocollo sulla valutazione ambientale strategica alla Convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, fatto a Kiev il 21 maggio 2003 (A.C. 3512-A);

Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato del Liechtenstein sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Protocollo e Protocollo Aggiuntivo, fatto a Roma il 26 febbraio 2015 (A.C. 3332);

S. 1972 – Ratifica ed esecuzione dell’Accordo quadro globale di partenariato e cooperazione tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica socialista del Vietnam, dall’altra, fatto a Bruxelles il 27 giugno 2012 (Approvato dal Senato) (A.C. 3460); Disegno di legge: S. 1829 – Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell’Uruguay riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma il 26 agosto 2014; Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Monaco sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Protocollo, fatto a Monaco il 2 marzo 2015 (A.C. 3330); Disegno di legge di ratifica: Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e la Santa Sede in materia fiscale (A.C. 3329-A)

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