Nota sui lavori parlamentari settimana dal 27 al 31 Marzo

By March 31, 2017 Lavoro parlamentare

Premessa

Questa settimana la Camera ha approvato un’importante legge per tutelare i minori non accompagnati e una sulla candidabilità ed eleggibilità dei magistrati.

Una notizia arrivata questa settimana e che ha avuto poco spazio nei media, nonostante l’ossessione quasi spasmodica che l’argomento dei costi della politica ha avuto in questi anni, è che da inizio legislatura ad oggi sono stati risparmiati 350 milioni per il funzionamento della Camera dei deputati. Un risultato senza precedenti nella storia repubblicana. Un contenimento dei costi rigoroso, fortemente voluto dal Partito Democratico e dalla Presidente della Camera Laura Boldrini, che con intelligenza e caparbietà ha esaminato, tagliato e ridimensionato costi che nessuno fino ad ora aveva mai messo in discussione. Eppure si tratta di un’operazione ragionata e di lungo respiro, che nulla ha a che fare con gli spot e gli slogan, spesso irrealistici e irrealizzabili, a cui siamo abituati. Forse proprio per questo non trova la dovuta rilevanza? Chissà. Intanto è l’ennesima azione concreta, che va a ridimensionare i costi della macchina politica per restituirli alla collettività. Come il prelievo di solidarietà sui vitalizi approvato qualche settimana fa, che farà risparmiare ben 2,4 milioni di euro l’anno alle casse dello Stato. Provvedimento quest’ultimo a cui i grillini si sono opposti con modalità incompatibili con le istituzioni e la democrazia. Perché così è stata la scelta di irrompere nella stanza in cui si stava svolgendo la riunione dell’Ufficio di presidenza sull’argomento mandando in infermeria alcuni assistenti parlamentari. Un atto gravissimo a cui hanno fatto seguito sanzioni da 5 a 15 giorni da parte dall’ufficio di presidenza della Camera nei confronti dei deputati pentastellati. Insomma dall’apertura del parlamento come una scatoletta di tonno promessa a inizio legislatura da grillo all’infermeria per i commessi della Camera: chiari segnali di come il M5s interpreta la propria presenza in Parlamento. Segnali che non vanno sottovalutati.

Discussione della proposta di legge: Zampa ed altri: Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati (A.C. 1658-B)

La proposta di legge, approvata definitivamente dalla Camera dei deputati il 29 marzo 2017 da una maggioranza più ampia di quella che sostiene il Governo, introduce una disciplina unitaria organica relativa ai minori stranieri non accompagnati, rafforza gli strumenti di tutela garantiti dall’ordinamento e cerca di assicurare maggiore omogeneità nell’applicazione delle disposizioni in tutto il territorio nazionale.
La legge si ispira ai principi della Dichiarazione universale dei diritti umani, delle convenzione dei diritti dell’infanzia e della Carta europea dei diritti della persona e onora il valore della persona e della dignità umana, cioè i cardini della nostra Costituzione e la sua approvazione sarà ricordata come una tappa di vita e di pace per quelle migliaia di ragazzi, bambini, ora anche ragazzine che fuggono da guerre, fame, violenze.
Nella stesura del provvedimento l’ambizione è stata quella di trovare un equilibrio nella sfera dei diritti: in primo luogo i diritti umani e civili dei minori e poi il diritto alla sicurezza delle città e quello alla trasparenza e alla legalità.
Il nostro Paese, con questa legge, può fare da apripista e scuotere anche così un’Europa che rischia di smarrire la propria civiltà e la propria saggezza nel lasciare sole l’Italia e la Grecia come frontiere di accoglienza, di diritti umani e dialogo: dai muri nascono muri, dagli egoismi nascono le tragedie. Andando per grandi linee al contenuto, la legge, in considerazione della condizione di maggiore vulnerabilità, sancisce che i minori stranieri non accompagnati, a prescindere dall’intenzione di richiedere protezione internazionale, sono titolari dei diritti in materia di protezione dei minori a parità di trattamento con i minori cittadini italiani o dell’Unione europea e hanno, pertanto, il diritto di accedere al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR). Così pure è stato introdotto il principio generale del divieto di respingimento alla frontiera e la priorità assicurata all’interesse superiore del minore nella gestione di servizi dedicati all’infanzia per la prima accoglienza, nonché nelle nuove procedure per l’identificazione e l’accertamento dell’età del minore straniero non accompagnato. Sono state modificate le norme relative alle indagini familiari prevedendone l’attivazione immediata e introducendo un criterio di preferenza in base al quale, qualora siano individuati familiari idonei a prendersi cura del minore straniero non accompagnato, tale soluzione deve essere preferita al collocamento in comunità e sono stati individuati criteri precisi da rispettare nell’assegnazione delle strutture di lungo periodo. Si inseriscono regole sui tutori. Si sottolinea il ruolo dell’affido. Vengono inoltri rafforzati, tra gli altri, alcuni dei diritti riconosciuti ai minori stranieri non accompagnati quali il diritto alla salute, all’istruzione, all’ascolto durante i procedimenti che li riguardano, ad una protezione speciale per i minori più fragili vittime di tratta, richiedenti protezione internazionale e minori coinvolti in attività illecite. Si richiama il ruolo della cooperazione con i Paesi di origine anche per ribadire la sfida infinita per il riconoscimento dei diritti
umani universali in ogni angolo della terra. Approfondisci qui

Ratifiche

E’ stato approvato il seguente disegno di legge di ratifica: S. 2036 – Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Slovenia sulla linea del confine di Stato nel tratto regimentato del torrente Barbucina/Čubnica nel settore V del confine, fatto a Trieste il 4 dicembre 2014 (A.C. 4109)

Proposta di legge: S. 116-273-296-394-546 – D’iniziativa dei senatori: Palma; Zanettin ed altri; Barani; Casson ed altri; Caliendo ed altri: Disposizioni in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di governo nazionale e negli enti territoriali (A.C. 2188-A); e delle abbinate proposte di legge: Dambruoso ed altri; Colletti ed altri (A.C. 1442-2770)

La Camera dei deputati ha approvato, in prima lettura, la proposta di legge, già votata dal Senato “Disposizioni in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di governo nazionale e negli enti territoriali”. Si tratta di un provvedimento importante che attiene alla funzione della magistratura, ai principi costituzionali di indipendenza, autonomia e divisione dei poteri e al rapporto tra questi principi e il diritto all’elettorato passivo. Rispettando l’impianto già votato dal Senato, la Camera ha modificato il testo, tenendo insieme, nel giusto equilibrio, la possibilità di svolgere un ruolo di servizio istituzionale senza fare venir meno, sia nella fase della candidabilità e dell’eventuale elezione e sia nel successivo ricollocamento – successivo al mandato – questi principi e quel ruolo e quella percezione di terzietà che una funzione come quella di magistrato deve intrinsecamente portare con sé. Il testo approvato riesce quindi a tenere unite tre esigenze fondamentali: rispettare l’autonomia tra i diversi poteri dello Stato; impedire che venga compresso il diritto costituzionale all’elettorato passivo per una categoria di persone, i magistrati, che invece hanno tutto il diritto di decidere di servire il Paese in modalità diverse da quelle giurisdizionali; e, infine, impedire che la temporanea militanza politica e istituzionale costituisca uno strumento che possa essere utilizzato in maniera impropria per chi volesse decidere di sovrapporre il proprio ruolo giurisdizionale con quello politico- amministrativo, con le ovvie e non positive conseguenze che da ciò ne deriverebbero.
Rispetto al testo del Senato è stata allargata la platea dei livelli istituzionali interessati dalla disciplina che adesso vanno dal Parlamento europeo a quello nazionale, dalle Regioni alle Città metropolitane, fino alle Province, ai Comuni e alle Circoscrizioni ed è stato, inequivocabilmente, rafforzato il concetto della disciplina transitoria, richiamando apertamente il principio dell’efficacia ex post del provvedimento, cioè dopo la sua entrata in vigore. Approfondisci qui

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