Nota sui lavori parlamentari settimana dall’11 al 15 Settembre

By September 15, 2017 Lavoro parlamentare

 

Premessa 

Nella settimana la camera ha approvato: una proposta di legge per l’introduzione nel codice penale del reato di propaganda del regime fascista e nazifascista; una relazione sulle forme di raccordo tra lo Stato e le autonomie territoriali e sull’attuazione degli statuti speciali, una relazione sul fenomeno della contraffazione sul web; una mozione sull’applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein e una sulla raccolta e donazione dei farmaci inutilizzati. Di seguito i dettagli.

La discussione politica è stata monopolizzata dal confronto sulla definitiva approvazione della legge sullo Ius soli. Quando succede che un argomento finisca al centro della discussione politica, perché molto sensibile per la campagna elettorale, succede anche che la polemica prenda il sopravvento sul contenuto.

Quindi conviene prima di tutto chiarire di cosa parliamo.

Di una legge che riconosce la cittadinanza e dunque diritti e doveri ai bambini che sono nati nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno titolare del permesso di soggiorno UE di lungo periodo e i minori stranieri, nati in Italia o arrivati entro il dodicesimo anno di età, che abbiano frequentato regolarmente la scuola per almeno cinque anni e concluso un ciclo scolastico.

Una legge già approvata alla Camera da tutta la maggioranza quindi anche da Alleanza Popolare.

Una legge importante per l’integrazione e quindi per la sicurezza del Paese oltre che una legge di civiltà.

Per approvarla definitivamente bisognerà costruire le condizioni politiche e numeriche al Senato. Anche con il voto di fiducia se fosse necessario. Non si tratta per il Partito democratico e per il governo né di forzare né di cedere per usare espressioni giornalistiche utilizzate al riguardo ma di declinare con coerenza quel binomio di realismo, politiche di accoglienza e di integrazione alla base delle nostre scelte sull’immigrazione.

Proposta di legge: Fiano ed altri: Introduzione dell’articolo 293-bis del codice penale, concernente il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista (A.C. 3343-A)

L’esigenza di tutela delle istituzioni democratiche non viene erosa dal decorso del tempo,

come dimostrano i frequenti episodi ove sono riconoscibili rigurgiti di intolleranza ai valori dialettici della democrazia e al rispetto dei diritti delle minoranze etniche o religiose. Sostiene, così, la Corte di Cassazione (Cass. pen. Sez. I, Sent. 12-09-2014, n. 37577) che «nulla autorizza a ritenere che il decorso di ormai molti anni dall’entrata in vigore della Costituzione renda scarsamente attuale il rischio di ricostituzione di organismi politico- ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe». Da qui, da questo pericolo sempre attuale, nasce il presupposto per l’approvazione, in prima lettura alla Camera il 12 settembre 2017, della proposta di legge, a prima firma di Emanuele Fiano (PD), che inserisce nel codice penale il nuovo reato di “propaganda del regime fascista e nazifascista”. È lo stesso on. Fiano che ricorda che «esiste un presente attraversato da quasi dieci anni da una difficilissima crisi economico- finanziaria che ha prodotto maggiore diseguaglianza, maggiore impoverimento, maggiore rabbia nella società, maggiori fenomeni di allontanamento dalla politica. Ed è questo il terreno più fertile perché oggi rinascano e si moltiplichino quelle ideologie di morte, di violenza, di discriminazione razziale o di genere sessuale, religiosa o per il colore della pelle. Esse sono rinate e sono tante: lo dicono tutti le indagini europee, tutte le polizie, le magistrature e gli Stati». È quindi giusto e doveroso, innanzitutto in onore alla storia di questo Paese, alla sua Costituzione repubblicana nata dopo una guerra di liberazione dei partigiani, inserire il reato nel nostro codice penale, sanzionando anche la propaganda fatta a mezzo web e alla produzione, diffusione, distribuzione o vendita di beni, di immagini che richiamano il fascismo e il nazifascismo, facendone oggetto di propaganda. Come sottolineato più volte, nel corso del dibattito in Assemblea dal relatore Walter Verini «non si vuole colpire quindi, in nessun modo, chi ne fa oggetto di studio storico o di collezione, ma solo chi ne fa uso come mezzo di propaganda». Il nuovo articolo 293-bis del codice penale punisce, con la reclusione da 6 mesi a 2 anni, la propaganda del regime fascista e nazifascista. Le condotte penalmente rilevanti sono, da un lato, la propaganda di contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco ovvero dei relativi metodi sovversivi del sistema democratico, fatta anche attraverso la produzione, la distribuzione, la diffusione e la vendita di beni che raffigurino persone, immagini o simboli ad essi chiaramente riferiti, dall’altro, la propaganda fatta attraverso il richiamarne pubblicamente la simbologia o la gestualità. Prevista un’aggravante, che aumenta la pena di un terzo, se la propaganda viene fatta tramite internet. Approfondisci qui 

Relazione all’Assemblea sulle forme di raccordo tra lo Stato e le autonomie territoriali e sull’attuazione degli statuti speciali, approvata dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali (Doc. XVI-bis, n. 11)

“La Commissione parlamentare per le questioni regionali, in questi ultimi due anni, ha fatto propria l’esigenza di fare una riflessione sistematica su quello che è lo Stato e il regionalismo in Italia e ha voluto particolarmente attenzionare la questione degli statuti autonomi. Lo ha fatto con tre indagini: una ha riguardato gli statuti autonomi e i rapporti tra gli statuti autonomi e lo Stato centrale, l’altra ha riguardato le problematiche concernenti l’attuazione, non solo degli statuti, ma le forme di raccordo tra lo Stato e l’autonomia territoriale, con particolare riguardo al sistema delle Conferenze, e in ultimo, la Conferenza ha dovuto rivedere e fare sintesi del lavoro fatto nei due anni” Continua a leggere la dichiarazione di voto

Relazione sul fenomeno della contraffazione sul web, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo (Doc. XXII-bis, n. 9) 

“Secondo Indicam la contraffazione online cresce ogni anno a livello mondiale del 15,6 per cento, con un costo per l’economia stimato in 1.800 miliardi di dollari Una delle prime cose che noi abbiamo avuto chiare avviando i lavori delle numerosissime indagini svolte in questi anni sul fenomeno della contraffazione, è indubbiamente la capacità dell’industria della contraffazione – chiamiamola così – di innovare la propria attività criminale, aggirare norme e regolamenti, infilarsi nelle pieghe del commercio, della produzione, delle filiere, ovunque, in modo trasversale, con flessibilità, conoscenza, abilità e velocità. Questo accade in ogni ambito: accade per il diritto d’autore, per i prodotti della creatività.” Continua a leggere la dichiarazione di voto 

Mozioni Rampelli ed altri n. 1-01582, Allasia ed altri n. 1-01549, Donati ed altri n. 1-01542, Della Valle ed altri n. 1-01565, Laffranco ed altri n. 1-01610, Ricciatti ed altri n. 1-01641, Abrignani ed altri n. 1-01672, Vignali ed altri n. 1-01684, Fassina ed altri n. 1-01688 e Galgano ed altri n. 1-01690 concernenti iniziative relative all’applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein

“La mozione che ho presentato, assieme all’onorevole Becattini e ad altri colleghi che ringrazio per il lavoro e il contributo che hanno portato a questa discussione, è finalizzata a superare le problematiche emerse nel corso degli ultimi anni a seguito dell’approvazione, appunto, del decreto legislativo del 26 marzo 2010 – questa data è molto importante perché ricorda la guida del Governo di centrodestra – con il quale appunto il nostro ordinamento ha recepito la direttiva europea e, in particolare, l’articolo 12 della direttiva “Bolkestein”. Con tale articolo si prevede che, qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili, gli Stati membri sono tenuti ad applicare una procedura di selezione tra i candidati potenziali. Il legislatore nel 2010, in attuazione di quanto stabilito dalla direttiva “Bolkestein”, non ha inserito il commercio al dettaglio svolto sulle aree pubbliche fra i settori esclusi dall’applicazione della direttiva ma, al contrario, ha stabilito che lo stesso sia sottoposto agli obblighi previsti nel decreto, ovvero procedure selettive, limitazione della durata delle autorizzazioni nonché divieto di rinnovare automaticamente le concessioni e di accordare vantaggi al prestatore uscente. A un accordo in Conferenza unificata Stato-regioni è poi stato rimandato il compito di individuare i criteri per il rinnovo e il rilascio delle concessioni, includendo anche le concessioni in essere. L’accordo in Conferenza unificata sancito il 5 luglio 2012, la cosiddetta “intesa”, ha rinviato l’entrata in vigore delle norme del decreto legislativo n. 59 a dopo il 7 maggio 2017, prevedendone l’attuazione in tre anni, dal 2017 al 2020, e in questa parentesi un regime transitorio di licenze. Tale previsione ha una durata tra i 9 e i 12 anni durante la quale i comuni avrebbero dovuto effettuare bandi privilegiando gli ambulanti che già svolgono le attività ed è stata prevista appunto la possibilità di assegnare fino a 40 punti alle graduatorie in essere. Sulla materia lo scorso dicembre si è espressa però l’Autorità garante del mercato e della concorrenza auspicando la modifica dei documenti di riferimento del settore, in special modo l’intesa in particolare per ciò che riguarda la durata delle concessioni e i criteri di selezione.” Continua a leggere la dichiarazione di votoEcco il testo della mozione

Mozioni Carfagna, Lupi, Abrignani, Castiello, Cirielli, Chiarelli ed altri n. 1-01557, Brignone ed altri n. 1-01661, Silvia Giordano ed altri n. 1-01665, Gadda ed altri n. 1-01666, Vargiu ed altri n. 1-01667, Fossati ed altri n. 1-01669 e Vezzali ed altri n. 1-01689 concernenti iniziative in materia di raccolta e donazione dei farmaci non utilizzati

“Le mozioni oggi in discussione pongono all’attenzione del Parlamento e del Governo molte questioni importanti, legate all’impatto economico e ambientale di comportamenti non virtuosi. La diffusione di una cultura anti-spreco investe ciascuno nella sua responsabilità, il cittadino nel cosiddetto spreco domestico e nelle modalità di acquisto e consumo e certamente questioni come l’inappropriatezza prescrittiva, il contenimento della spesa pubblica, soprattutto nel settore sanitario, le confezioni eccessivamente grandi piuttosto che le monodosi, sono causa di grande spreco di farmaci, ed è davvero importante che il Governo abbia assunto con convinzione un impegno in questa direzione (…) Le leggi hanno, purtroppo, talvolta il triste destino di rimanere carta, se non trovano applicazione. Non è il caso della legge n. 166, che funziona, e i numeri oggi lo testimoniano. L’Italia è il primo Paese europeo a essersi dotato di una legge organica per il recupero e la donazione per solidarietà sociale nell’intera filiera economica di cibo e di farmaci.” Continua a leggere la dichiarazione di votoEcco il testo della mozione

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